mercoledì 1 maggio 2013

La politica, vera panacea di tutti i mali.

No ai politici, non alla politica, no ai partiti. Queste espressioni hanno recentemente affollato le nostre giornate, e in particolar modo negli ultimi mesi hanno preso la forma di un ritornello constante udibile da tutti in qualsiasi luogo e momento della giornata. La fondatezza di questi slogan mi lascia però perplessa. Perchè rimbombano tanto questi slogan? Io non ne arrivo a vedere la fondatezza, io direi no ai corrotti, no alla corruzione e no al malgoverno che mi sembra cosa ben diversa. I partiti sono una garanzia democratica, e la politica è un'arte. I politici possono scegliere: essere dei grandi uomini, indirizzare il destino di un popolo veicolando ideali e valori, ma anche arricchirsi a discapito di tutto e tutti. Ma se la maggiorparte dei medici è corrotta e fa male il suo lavoro noi andremmo mai in giro dicendo no agli ospedali? La politica è incontro di idee, è dialogo, è nascita di pensiero. Bertolt Brecht lo aveva capito molto bene e molto prima di me.
 
L'analfabeta politico

Il peggiore analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
nè s’importa degli avvenimenti politici.

Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.

L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.

Non sa l’imbecille che dalla sua
ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato,
l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,
che è il politico imbroglione,
il mafioso corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.

-Bertolt Brecht-

martedì 26 febbraio 2013

Mia cara Italia...

Il 26 Febbraio 2013 è una di quelle date che continuano a segnare negativamente la storia governativa Italiana. Continuiamo a ricevere nevrotici risultati elettorali, che confermano (nonostante fosse diventato ormai indispensabile smentire) la connotazione non lungimirante, e misera della capacità di uno Stato di darsi una stabilità. Si una stabilità. Per quanto il colore politico in un paese peculiare come l'Italia dovrebbe ricoprire un ruolo primario nella lista delle implicazioni di un risultato elettorale, la totale assenza di una stabilità governativa in un momento come questo diventa quasi preminente mostrando ulteriormente l'ampiezza degli sbagli atroci che sono stati commessi in questi anni. Uno tra questi è la nostra legge elettorale scriteriata che è stata quasi universalmente riconosciuta come "Il Porcellum". L'italia ha una legge elettorale che viene associata ad un maiale. Immaginiamo a cosa potrebbe essere associata la legge Biagi allora, o la riforma Fornero. E con queste una lunga serie di altre "inaccortezze" compiute in questi decenni. Ma è come un cane che si morde la coda: peggio si governa, peggio si impara a governare. Non si arriva a capire che per migliorare complessivamente la condizione di uno Stato sono necessari governi stabili. La storia a noi non riesce a insegnare niente. L'opportunità di compiere l'inversione di tendenza che ci avrebbe potuto salvare è svanita per l'ennesima volta. Adesso rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di salvarci, da soli, perchè abbiamo scelto di avere uno Stato che non ci da, e non ci potrà dare niente.

venerdì 11 gennaio 2013

Il comunicatore smemorato & gli aguzzini impauriti.

Santoro/Travaglio vs. Berlusconi. Ci aspettavamo duello all'ultimo sangue e anime che in studio esalano l'ultimo respiro. Invece in tutta onestà rivediamo Berlusconi, che pizzicato su questioni che le altre emissioni giornalistiche hanno poco messo in avanti, risfodera il vecchio trio: dimenticanze complotti e battutine che sfociano nella banalità. L'approccio grandefratelliano a cui ormai grazie alle televisioni del Presidente un po tutti siamo stati abituati, è quello della caccia al vincente per poter mettere alla gogna il perdente. Peccato però che il perdente dello scenario politico italiano era già stato trovato. E non certo da Santoro ne ancor meno da Travaglio. Una pura analisi giornalistica é da ritenersi costruttiva perché certo è che  Santoro e Travaglio non si siano giocati al meglio le loro carte. La brama di rivincita personale ha avuto la meglio anche contro la possibilità della messa in pratica di un buon giornalismo politico di cui entrambi si definiscono militanti. Ma questo non toglie il fatto che le dichiarazioni fornite da Berlusconi hanno continuato ad essere quelle di un uomo arrivato all'apice di un tentativo non tanto fallito di raggiungimento di potere e monopolio privo non solo di qualsiasi etica e morale, ma adesso privo anche di un valido sostegno elettorale. Diciamoci poi la verità fino in fondo, avevamo dimenticato quanto attenta potesse essere la sua retorica e quanto sviluppata potesse (a volte) essere la sua arte oratoria. Però una domanda ancora non ce la siamo dimenticata, perché troppe volte l'abbiamo riproposta: Ma come ha fatto ad essere sempre rivotato?Questa sera ci ha fornito lui stesso vari spunti per ricordaci qual'è la risposta.

sabato 5 gennaio 2013

La schizofrenia comunicativa di Monti.

Mario Monti oggi è sceso tra noi. Il tecnico  per eccellenza  ci continua a regalare sorprese. Dopo la sua inaspettata scesa (o salita?)  in politica, decide di ricoprire il nuovo ruolo di comunicatore per eccellenza sfoderando addirittura le sue abilità sui social network di tendenza. Ciò che risulta interessante è però che il volto twitteriano di Monti sembra assolutamente inconciliabile con quello che finora abbiamo conosciuto. Smile, emoticon, frasi d'effetto alle quali non siamo stati affatto abituati in questi 13 mesi. La campagna elettorale sta già facendo vedere i suoi effetti perversi. Ma stia attento presidente, le ricordo che uno dei punti della sua cara agenda è rappresentato dalla lotta al populismo. Non rischi di diventare vittima delle contraddizioni politiche alle quali lei stesso si è ribellato e di cui questo paese è già stato saturato.